Paralizzati dai Vaccini

Fonte: COVID19 Vax Reactions [1]

Abbiamo trascritto e sottotitolato queste deposizioni ufficiali, di fronte al Sen. Ron Johnson, da parte di vittime Americane paralizzate e menomate dalla reazione avversa all’iniezione dei “Vaccini” Moderna, Pfizer-BionTech, e AstraZeneca.

“Le vittime sono reali, questi non sono effetti collaterali benigni. Questa sostanza prende il controllo del tuo corpo, e non hai altra scelta che resistere, e sperare di sopravvivere”

Come è possibile che questi pericolosissimi trattamenti genici mutanti siano ancora in circolazione? E che per di più i regimi tecno-dittatoriali-sanitari di tutto il pianeta spingano all’unisono per iniettarli in ogni singolo essere umano in circolazione, inclusi i bambini, e perfino le donne incinte?

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Grazie Sen. Ron Johnson (R).

Candace Hayden – vittima di Moderna

Buongiorno. Mi chiamo Candace Hayden e vengo dal Michigan. Ho ricevuto il vaccino Moderna il 2 Marzo, e la seconda dose il 30 Marzo. Il 18 Aprile era una giornata come tante, nuotavo, correvo, facevo giardinaggio, stavo iniziando l’allenamento per il mio prossimo triathlon. Alle 7 di sera mi sono voltata a sinistra e ho sentito uno strano dolore sotto la scapola. Ho fatto un passo e la mia gamba destra ha ceduto, leggermente, ma non ci ho fatto caso, ho continuato con la mia giornata. E poi, verso mezzanotte, mi sono alzata in piedi e entrambe le gambe hanno ceduto. Soffrivo di una grave parestesia, ed ero paralizzata, parzialmente paralizzata dal petto in giù. Durante il ricovero in ospedale di 26 giorni ho fatto sei risonanze magnetiche (MRI), due tomografie computerizzate (CT), un’ecocardiografia transesofagea (TEE), una puntura lombare e diversi esami del sangue. Hanno escluso la sclerosi multipla (MS), la mielite trasversa, ictus del midollo spinale, e una malattia autoimmune. Dal punto di vista medico non c’era niente di sbagliato nel mio corpo. Dopo sette giorni il team medico ha prescritto una dose aggressiva di steroidi che non ha cambiato nulla. Dopo 17 giorni ho iniziato la terapia ospedaliera, e mi hanno dimessa dall’ospedale il 14 Maggio senza una diagnosi concreta.

Il capo team medico mi ha detto che mi sarei dovuta abituare ad essere una handicappata. Ho iniziato e sono ancora in terapia ambulatoriale, e il 21 Maggio ho consultato il mio medico di base come prescritto, che mi ha detto di non poter fare nulla, ma di chiamarla comunque in caso di bisogno. Il team medico dell’ospedale si è rifiutato di correlare la mia malattia al vaccino, ho chiesto di segnalare il mio caso al VAERS, ma non credo che l’abbiano fatto. Il poterci ritrovare insieme è più di quanto sperassi. Ma la comunità medica si rifiuta di trarre una conclusione, ed ammettere che si possa soffrire di queste reazioni avverse. Per caso, ho incontrato un altro paziente in ospedale che era ricoverato, con sintomi simili, l’ho segnalato all’attenzione del team medico e si sono rifiutati perfino di parlare con il suo dottore.

Non sono sposata, né ho figli piccoli. In un certo senso, sono fortunata per il fatto che la mia famiglia non debba soffrire, ma sono rimasta isolata e sola, perché la mia interazione con gli altri è limitata. È molto peggio del lockdown per il COVID. Prima ero in buona salute, ero attiva e autosufficiente. Temo che questa vita peggiore sia il mio “New normal”. Correrò di nuovo? Andrò mai in bicicletta? Darei qualsiasi cosa per salire in macchina e guidarla.

La mia paura più grande è per altri come Maddie, i bambini, i più giovani, che non hanno voce. Non possono dirti come si sentono, non capiscono perché le loro gambe non funzionano più. Sono a favore dei vaccini, sono a favore della scienza, e sono consapevole che il vaccino è per il bene di tutti. Ma sono anche consapevole che rappresentiamo una minoranza che soffre reazioni avverse. Credo nella scienza, e abbiamo fatto la nostra parte. Come conseguenza, ora siamo come dei soldati feriti, che non dovrebbero essere lasciati indietro. Vogliamo essere visibili, vogliamo essere ascoltati, e vogliamo essere creduti. Grazie.

Kristi Dobbs – vittima di Pfeizer

Salve, mi chiamo Kristi Dobbs. Apprezzo davvero che siate tutti qui oggi. Significa molto per noi, e grazie Sen. Johnson per la disponibilità e l’invito, in modo che la mia voce possa essere ascoltata, non solo la mia, la voce di migliaia come me. Come ho detto, mi chiamo Kristi Dobbs, vengo dal Missouri, Sono una moglie e una madre di quattro bambini, e ho lavorato come igienista dentale negli ultimi 17 anni. Dato il tipo di lavoro, sono sempre stata favorevole alla scienza e alla vaccinazione. Prima della vaccinazione, ero una 39enne sana e attiva, mi piacevano le attività all’aria aperta, viaggiare, e i lavoretti in famiglia. Apprezzavo anche il mio lavoro in uno studio dentistico pediatrico molto attivo. Prima della vaccinazione non prendevo farmaci, e non ho mai avuto un’infezione COVID, e sono stata testata a conferma.

A Gennaio, la mia vita è cambiata drasticamente. Subito dopo l’iniezione, ho avvertito una strana sensazione di formicolio al braccio. Ho avuto palpitazioni cardiache immediate, e la sensazione di stare per svenire. E la mia pressione sanguigna era così alta che mi stupisco di non aver subito un infarto. Non so cosa fosse, ma da igienista misuro la pressione sanguigna ai miei pazienti prima di curarli, gli adulti, e la mia pressione era così alta che in quel momento avevo paura che mi succedesse qualcosa. Alla fine mi sono stabilizzata. Mi hanno monitorata per 15 minuti e poi per altri 30 minuti, e mi sono stabilizzata quindi sono andati avanti, e mi hanno mandata a casa.

Tornata a casa mi sono sentita un po’ stordita, con le vertigini. I due giorni successivi ho avuto solo mal di testa, e una generale sensazione di malessere. Tutti sintomi compresi nel consenso informato che avevo firmato, ma al terzo giorno i sintomi sono aumentati e accelerati.

È comparso un forte dolore lancinante nella zona della scapola intermittente, forte e lancinante come una pugnalata. Formicolio e intorpidimento in tutto il corpo, giù lungo entrambe le braccia. Sono tornate le palpitazioni cardiache. Sentivo delle vibrazioni interne, e l’unico modo in cui posso descrivere le vibrazioni interne è come sentire una piccola scossa elettrica che ti attraversa il corpo, come essere bloccati e incollati a una sedia vibrante, che non si ferma mai. Mi sono chiesta se avrei mai potuto lavorare nuovamente come igienista. E come Sheryl, ho tanta paura di sviluppare in seguito un qualche problema neurologico tipo il Parkinson. Hanno escluso la sclerosi multipla (MS), ancora una volta mi hanno detto che non ho nulla. Mi sanno solo elencare le malattie che non ho. Ho i linfonodi ingrossati, la testa annebbiata, Avevo la testa così annebbiata che mentre parlavo con qualcuno, andavo in black out, tentavo di riprendere la conversazione e avevo dimenticato tutto. Linfonodi ingrossati, debolezza muscolare, eruzioni cutanee inspiegabili.

Ho avuto le convulsioni e crisi epilettiche notturne. Mia figlia di sei anni mi ha dovuto svegliare durante un attacco nel cuore della notte. Nessun bambino di sei anni dovrebbe farlo per il proprio genitore. Ho anche sperimentato trombosi, cicli mestruali molto pesanti. Avevo così paura che letteralmente, e ce l’ho con me, ho preparato il mio testamento e necrologio per la famiglia perché non pensavo di svegliarmi il giorno dopo.

Ho segnalato i miei sintomi al V-safe, VAERS, CDC, FDA, Pfeizer. Ho anche inviato informazioni a due famosi istituti di ricerca, e ho anche contattato prestigiose università. È cinque mesi che vado avanti così. È cinque mesi che sono tormentata da gravi reazioni neurologiche, ogni giorno mi sembra di essere intrappolata nel film Groundhog Day. Vado a dormire pregando, spero di svegliarmi il giorno dopo migliorata, ma non miglioro. Ho fatti tanti test, più di quanti chiunque ne faccia normalmente alla mia età. Mi hanno fatto raggi X, analisi del sangue, risonanze magnetiche (MRI), tomografie computerizzate (CT), ultrasuoni, elettroencefalogrammi (EEG), e altro. Ad oggi, la comunità medica è ancora sconcertata e incapace di curarmi.

Sono spaventata e ho paura per il mio futuro. Ma ho ancora speranza, ed è per questo che sono qui oggi, a parlare. Non è una cosa facile, spero che le nostre malattie vengano sottoposte a ricerca e studio, Spero che si trovi un percorso verso la guarigione, è tutto ciò che vogliamo. Darei qualsiasi cosa, tutti i miei risparmi se potessi tornare al 17 Gennaio, e non dover mai subire questa esperienza nella mia vita, e perché coloro che stanno soffrendo, e perché coloro che soffriranno in futuro, perché il vaccino è ancora in circolazione, traggano beneficio dalla nostra testimonianza, dai nostri racconti di oggi. Abbiamo sofferto abbastanza. Penso che ci meritiamo il tempo che ci avete dato oggi, e siamo grati del vostro impegno di essere qui oggi. Ci meritiamo di essere visibili, come ci state vedendo oggi, e ascoltati, come ci state ascoltando. Ma abbiamo anche bisogno di essere creduti, questo è il problema maggiore. Vogliamo che vi convinciate che sta succedendo davvero. Siamo Americani reali, siamo persone reali che soffrono reazioni avverse, vi ringrazio di averlo fatto oggi.

Maddie de Garay – vittima di Pfeizer

Per prima cosa, grazie Sen. Johnson per l’occasione di condividere la storia di Maddie, e grazie a tutti voi per l’impegno ad ascoltarci. Non è facile per me, è veramente molto stressante, leggerò il testo che ho scritto per non perdere il filo. Mi chiamo Stephanie e questa è mia figlia Maddie e viviamo in Ohio. Il 20 Gennaio, Maddie ha ricevuto la seconda dose del vaccino COVID Pfizer durante la sperimentazione clinica per i giovani dai 12 ai 15 anni.

Tutti e tre i nostri figli si sono offerti volontari, entusiasti di partecipare alla sperimentazione per aiutare a tornare tutti insieme ad una vita normale. Mio marito lavora in campo medico, e io ho una laurea in ingegneria elettrica. Siamo favorevoli alla vaccinazione e alla scienza, ecco perché abbiamo deciso di lasciare che Maddie e i suoi due fratelli maggiori si offrissero volontari.

Prima che Maddie ricevesse la sua seconda dose di vaccino, era una dodicenne sana con buoni voti a scuola e molti amici. Aveva una vita. Era vitale. Non era così, anche se ha ancora molti amici. Alla seconda iniezione, Maddie ha sentito subito dolore nel punto dell’iniezione, e nelle successive 24 ore ha sviluppato forti dolori addominali e toracici, descriveva così il dolore al petto, cito le sue parole, “Sembra che mi stiano strappando il cuore attraverso il collo”. Sentiva scosse elettriche dolorose lungo il collo e la spina dorsale che la facevano camminare curva. Aveva un fortissimo dolore alle dita delle mani e dei piedi, le faceva diventare bianche, ed erano fredde ogni volta che le toccavi. Aveva un edema, mio marito l’ha portata immediatamente al pronto soccorso (ER) come indicato dall’infermiera responsabile della sperimentazione del vaccino. La hanno prelevato il sangue per un profilo renale. Le hanno controllato l’appendicite, che non aveva, e fatto un’endovenosa (IV) con dei farmaci, quindi l’hanno mandata a casa. Nei documenti di dimissione dal pronto soccorso dell’ospedale pediatrico (ER) a cui si è recata, la diagnosi era “Reazione avversa al vaccino”. È stata l’unica volta che l’hanno scritto nelle sue cartelle cliniche, ma è lì dentro.

Nei successivi due mesi e mezzo il dolore ai muscoli addominali e ai nervi è diventato insopportabile. Ha sviluppato ulteriori sintomi inclusi gastroparesi, nausea e vomito, pressione sanguigna e frequenza cardiaca irregolare, perdita di memoria, confonde le parole, cervello annebbiato, mal di testa, vertigini, svenimento – è caduta e ha battuto la testa – e poi convulsioni. Ha sviluppato tic verbali e motori. Ha perso sensibilità dalla vita in giù e debolezza muscolare, cambiamenti drastici nella vista, ritenzione urinaria, e perdita di controllo della vescica, cicli mestruali irregolari e pesanti, e alla fine ha dovuto inserire un sondino nasogastrico (NG) per nutrirsi. Tutti questi sintomi continuano ad oggi, a volte peggiorano e a volte migliorano. La sfida più grande è stata quando i medici hanno iniziato a considerare diagnosi alternative, in realtà non ce n’erano di diagnosi, quindi è stata la prima. Come tutti gli altri ha fatto molti test, ma non così tanti come tutti gli altri, ed è una bambina. Perché non le hanno fatto tutti i test? Quindi, poiché non riuscivano a capirci niente un medico l’ha dichiarata affetta da “Disturbo neurologico funzionale”, dicendo che era dovuto all’ansia. Questo ci preoccupava, e non eravamo d’accordo perché lei non è ansiosa. Guardatela. Quale 13enne potrebbe sedere qui tranquillamente se soffrisse di ansia o problemi mentali? A un certo punto hanno anche provato a ricoverarla in un ospedale psichiatrico. Quindi abbiamo cercato ulteriori pareri medici, alcuni dei quali sono venuti da questo gruppo.

In Giugno, abbiamo messo in contatto il suo neurologo con un altro medico che fa ricerca sulle reazioni avverse come quella di Maddie. Alla fine le hanno fatto una risonanza magnetica (MRI) del cervello, una venografia a risonanza magnetica (MRV), e tutta una serie di esami del sangue aggiuntivi. Ci sono voluti cinque mesi per completare il tutto. Negli ultimi cinque mesi Maddie è stata nove volte al pronto soccorso (ER), ed è stata ricoverata tre volte per un totale di due mesi in ospedale.

Mi domando, Maddie si è offerta volontaria per la sperimentazione Pfizer, perché non stanno facendo ricerche su di lei per capire cos’è successo, così che non debba succedere ad altri? Invece dicono solo che è pazza. Se qualcuno è pazzo, quella sono io. Ad oggi il nostro percorso di genitori per aiutare nostra figlia Maddie continua. Tutto ciò che vogliamo è che Maddie sia visibile, ascoltata, e creduta, perché non lo è stata, e vogliamo che riceva le cure di cui ha disperatamente bisogno, in modo che possa tornare alla normalità. Perché non è tornata alla normalità? Stava benissimo prima. Ha fatto la cosa giusta cercando di aiutare tutti gli altri, e loro non stanno aiutando lei. Grazie.

Brianne Dressen – vittima di Astrazeneca

Volevo ringraziare tutti voi per essere qui ad ascoltare queste storie. Ora vi posso vedere di persona, posso vedere i vostri volti. Siamo come una famiglia, abbiamo sofferto insieme per così tanto tempo in un modo che nessuno comprende tranne noi. Apprezziamo davvero che abbiate dedicato del tempo per darci voce, per darci l’opportunità di difendere la nostra causa. Un enorme grazie al Sen. Johnson, è stato molto gentile e molto disponibile. Voglio anche ringraziare il Sen. Lee, rappresentante di zona, e il suo staff per la loro compassione, e per aver preso sul serio le nostre preoccupazioni. E stanno lavorando attivamente con noi per aiutarci a trovare una soluzione.

Mi chiamo Brianne Dressen, sono un’insegnante di scuola materna nello Utah, e sono madre di due bambini piccoli. Come tutti gli altri qui, sono una forte sostenitrice della scienza, e ho sempre creduto nell’importanza dei vaccini. Ero così fiduciosa che mi sono iscritta alla sperimentazione clinica di fase tre qui negli Stati Uniti per Astrazeneca. Pochi minuti dopo la prima iniezione, ho sentito un formicolio al braccio, e quella sera la mia vista si è offuscata, e il suono è diventato distorto, e ho sviluppato l’iperacusia, che è una sensibilità al suono. Entro 48 ore sono arrivata al pronto soccorso (ER), la prima di molte volte. La sensibilità alla luce e al suono è diventata così grave che mi hanno confinata in una camera da letto, sola nell’oscurità e nel silenzio. Perfino lavarmi i denti era doloroso. Mi sono venuti battito cardiaco e temperatura corporea irregolari, nausea estrema al punto che entro il Thanksgiving avevo perso più di 9 Kg, ho perso il controllo delle gambe e della vescica, insieme alla mia dignità. All’ospedale sono stata curata per una forte emicrania, e quando non hanno risolto nulla mi hanno detto che era ansia. Poi sono venute le vibrazioni, ed erano vibrazioni interne, nel mio cervello e in tutto il mio corpo. Non riuscivo a pensare, non riuscivo a mangiare, riuscivo a malapena a respirare. È durato 24/7 per mesi, sono rimasta intrappolata in isolamento e nel silenzio, completamente sopraffatta dalle sensazioni che attaccavano il mio corpo. I miei figli non mi hanno visto per molti giorni, ho perso mesi della loro vita, non ho comprato neanche un regalo di Natale per i miei figli. Pensavo di morire, e dopo mesi volevo morire.

Dopo mesi di sofferenza da sola, ho trovato la Dr.ssa Hertz e il suo gruppo. All’inizio ero sollevata di sentire altri come me. Il sollievo è diventato allarme quando il nostro numero è cresciuto, e ha iniziato a colpire i bambini. Tutte le nostre esperienze erano simili, persone sane che si sono ammalate dopo aver ricevuto il vaccino, i cui medici hanno invece negato che queste reazioni avverse fossero reali, che il CDC li avrebbe avvisati. Hanno dato la colpa alla sclerosi multipla (MS), all’ansia, all’emicrania, a tutto tranne che ai vaccini. Una mia nuova amica soffriva di sintomi cronici, e si è vaccinata nella speranza che i sintomi migliorassero. Invece di darle sollievo, il vaccino si è portato via quei pochi progressi che aveva fatto, lasciandola gravemente debilitata. Abbiamo parlato spesso, per molti giorni cercando di resistere. Poi non l’ho sentita per alcuni giorni, e ho ricevuto una telefonata da suo marito, e si era suicidata.

Le vittime sono reali, questi non sono effetti collaterali benigni. Questa sostanza prende il controllo del tuo corpo, e non hai altra scelta che resistere, e sperare di sopravvivere. Siamo stati derubati delle nostre capacità cognitive, delle nostre capacità fisiche, non possiamo lavorare, non possiamo prenderci cura delle nostre famiglie o dei nostri figli, o di noi stessi. Lottiamo per andare avanti ogni singolo giorno, abbandonati dai nostri team sanitari. Siamo l’altra faccia dei danni della pandemia. Come potete vedere, mi sto riprendendo, posso camminare, il tocco della piccola mano di mio figlio non mi sembra più infuocato, il suono dolce della voce di mia figlia non attacca più il mio cervello, ma la strada da percorrere è lunga. Non sono ancora in grado di lavorare o prendermi cura dei miei figli, abbiamo dovuto ipotecare la casa per assumere una tata. Prima prendevo un solo farmaco, una pillola per la tiroide ogni giorno, e ora sono a nove, e questo solo per abbassare la manopola, quel tanto che basta per rendere sopportabili i sintomi.

Ci siamo tutti offerti volontari a vaccinarci per aiutare a porre fine alla pandemia, e ora stiamo soffrendo. Il COVID ha colpito tutti noi, in alcuni ha provocato la morte, in altri sintomi cronici che debilitano e fanno soffrire. Ci sono malati cronici che si sono vaccinati e sono migliorati, ci sono malati cronici che si sono vaccinati e non gli è cambiato nulla, e ci sono malati cronici che si sono vaccinati e sono peggiorati. E ci sono alcuni che non hanno mai avuto il COVID, e ora sono gravemente debilitati e malati. Questi siamo noi, facciamo parte del quadro completo, per favore non cancellateci, per favore non rendeteci invisibili. Ai media, abbiamo bisogno del vostro aiuto per iniziare a discutere, per porre fine allo stigma che circonda il termine reazione avversa al vaccino COVID. Al CDC e alla FDA, abbiamo un disperato bisogno che raccontiate alla comunità medica ciò che sta accadendo. Ai nostri funzionari eletti, abbiamo bisogno di dare slancio alla ricerca di strategie di intervento precoci, in modo che quando i pazienti arriveranno nei pronto soccorso (ER) e negli ospedali, i medici siano dotati delle conoscenze e degli strumenti per aiutarci. Alla comunità medica e agli istituti di ricerca, perfavore aiutateci, perfavore ascoltateci, perfavore credeteci. Grazie.